Etemenanki – 334° – Pentagramma

Ufficialmente inesistente e virtualmente inaccessibile dall’interno del palazzo, il 334° piano dell’Etemenanki ospita gli appartamenti privati di lady Erodiade ed è costituito da un prisma di cristallo a base pentagonale appoggiato sul tetto del 333° piano. La vetrata perimetrale reagisce ai comandi ed alla luce esterna cambiando da trasparente a completamente opaco, fino a diventare una scatola i cui giochi di specchio replicano l’infinito. All’interno delle vetrate, a creare un doppio involucro, cinque porzioni di libreria contengono la biblioteca privata e la collezione di oggetti che la Signora ha deciso di tenere in stanza, i gioielli, il Guarnieri e il violino di vetro, le porcellane cinesi e giapponesi.

Il pavimento della stanza, in morbida pietra calcarea incisa, viene da Granada, dal celebre complesso palaziale andaluso chiamato Alhambra, e in particolare si tratta dell’albero della vita, originariamente a parete in uno dei cortili interni.

La stanza è divisa in tre settori da un’ulteriore libreria e da un setto opaco, sul quale fa bella mostra di sé il dipinto di un autore britannico del XVII secolo, David Wilkie Wynfield. Si tratta dell’Arresto di Anna Bolena a Greenwich, un’opera di 96x153cm che non lascia quasi mai la parete. L’area di fronte al dipinto è occupata da un pianoforte, lasciato nella stanza dal suo proprietario anni fa.

Dietro al setto, di spalle al dipinto, è posizionato il letto della Signora. Si tratta di un letto a piattaforma cinese, costituito da un doppio involucro di tenda leggera e paravento traforato, da uno stretto camminamento perimetrale e da un’ulteriore piattaforma con il futon, allestito alla francese. Quando la Signora si corica, la lanterna accanto alla chaise longue viene spenta, ma la vetrata del soffitto, nelle ore notturne, viene lasciata trasparente. I vetri vengono trasformati in specchio dall’orologio biologico del palazzo, sincronizzato con l’orologio astronomico del 333° piano.

Relativamente piccola di dimensioni, la camera non è sovraccarica di arredo e utilizza come scrittoio un tavolo cinese rotondo, con una sedia e alcuni sgabelli. La chaise longue tra scrittoio è letto è una replica di quella su cui Canova ritrasse Paolina Borghese Bonaparte.