Hadith Bayad wa-Riyad

Posted by admin on June 10th, 2011 filed in Oggetti

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Storia di Bayad e Riyad (حديث بياض ورياض)
XIII secolo

« Il tema dell’amore sensuale non fu affatto escluso dalla letteratura islamica, anche primitiva, per motivi religiosi e “fondamentalistici”, anche se non occupò mai un posto di primo piano. Infatti, le numerose scene erotiche dei circa 300 racconti, leggende o novelle delle Mille e una notte, che diventeranno a partire dal XVII secolo la quintessenza della natura orientale, non furono redatte in arabo classico e quindi non erano considerate come parte dell’eredità culturale dell’Islam.
L’opera più antica scritta in lingua araba che tratti della passione amorosa ci è giunta solo in forma frammentaria: una pagina di testo con semplici figure ravvivate dai colori. Questa pagina risale alla fine del IX secolo o agli inizi del X secolo e senza dubbio fu realizzata nella regione del Mediterraneo Orientale, probabilmente in Egitto. Questo frammento è oggi comservato alla Biblioteca nazionale di Vienna. L’esempio seguente, di gran lunga superiore dal punto di vista artistico, conservato alla Biblioteca Vaticana, è purtroppo anch’esso incompleto e i fogli intatti non sono più collocati nel loro ordine originale.
Dal punto di vista tematico, si tratta di una storia d’amore che si svolge nel nord della Mesopotamia il cui eroe Bayad, poeta in erba, è figlio di un mercante di Damasco. Durante un viaggio, incontra al seguito di una nobildonna la giovane e meravigliosa Riyad, della quale si innamora perdutamente. Come ci si può aspettare, mille ostacoli si oppongono al suo amore: reticenze familiari, separazioni forzate costellate da scambi di lettere d’amore, ricerca di consigli presso persone così come nell’insegnamento dei filosofi dell’amore, ecc. Per finire, i due protagonisti dovranno risolversi a un amore “platonico” rinunciando all’unione dei corpi. Per motivi di ordine stilistico, l’origine del frammento del Vaticano deve essere collocata nel nord Africa (Marocco) o in Spagna. La fattura dei disegni e certi elementi iconografici, in particolare le forme delle finestre, portano a una tale deduzione.
Dall’XI secolo il Marocco, prima sotto la dominazione degli Almoravidi, poi sotto la dinastia degli Almohadi (1147-1269), fu all’origine di un impero islamico indipendente, la cui sovranità si estese fino alla Grande Sirte e inglobò il sud della Penisola Iberica.
Le miniature, raffiguranti ogni sorta di avvenimento, costituiscono nel loro insieme una miniera di informazioni culturali. Le forme architettoniche, i giardini o i vestiti riflettono l’atmosfera del tempo e la vita quotidiana di molte regioni del Medio Oriente. Dal punto di vista artistico, le illustrazioni sono decisamente attraenti, in quanto il Maestro responsabile dell’opera testimonia una grande abilità nei valori decirativi. Ancor più del miniatore del Sefer Harîrî, la cui realizzazione non è più antica, egli opta per una proiezione piana delle raffigurazioni, che a volte presentano caratteristiche simili ai bozzetti. La gestualità dei suoi personaggi è di una grazia raffinata, cortese e armoniosa, che lascia supporre che questo manoscritto fosse destinato a una cerchia aristocratica. »

(Norbert Wolf, Capolavori della miniatura. Ed. Taschen)

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Il 2 febbraio 2067, e per tutti i quattro giorni successivi, sul web-log di una giornalista anglosassone comparvero altrettanti file audio corredati da otto fotografie, scattate ad una versione del manoscritto simile a quella della Biblioteca Apostolica Vaticana ma raffiguranti scene presenti solo nella versione di Vienna. Le registrazioni riportano una lettura di alcuni passi del manoscritto, in arabo da parte di una voce maschile con accento greco-bizantino, e di altri passi nella stessa lingua e nello stesso stile, che colmano parte dei salti narrativi. Altre lacune sono colmate da un racconto in prosa, fatto dalla stessa voce in perfetto inglese. Al documento, inizialmente considerato l’annuncio del ritrovamento di un’altra versione più completa della storia di Bayad e Riyad, non è seguito alcun annuncio, e ad oggi le registrazioni sono considerate un esercizio stilistico non dissimile dalla Guerra dei Mondi di Orson Welles.

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