Viola

Posted by admin on January 26th, 2009 filed in V

(colore) Uno dei colori secondari dello spettro, quello con la più corta lunghezza d’onda percepibile da un normale occhio umano. In virtù di questa proprietà della luce, molte tra le forme di “invisibilità” sperimentate dai mutaforma costituiscono un semplice mutamento di pigmento da quelli naturali all’ultravioletto: questa rudimentale forma lascia un alone di disturbo nello spettro visivo di un comune occhio e può essere comunque rilevata con sistemi più avanzati di scanner visivo.
Nella tradizione cattolica, il viola è un colore intermedio tra l’inferno (rosso) e il paradiso (azzurro), un intermedio eminentemente spirituale che va ad associarsi con la preghiera e la penitenza: drappi viola vengono utilizzati durante i periodi di avvento e di quaresima e, data la proibizione a tenere spettacoli durante quest’ultimo periodo, il colore è tradizionalmente malvisto dalla gente di teatro.
Al contrario, sempre a causa della sua composizione di rosso (yang) e blu (yin), la simbologia cinese definisce il viola armonia dell’universo.
In alchimia è legato alla Temperanza, al pianeta Mercurio, ai segni del sagittario e dei pesci, a novembre e febbraio fra i mesi, al sabato, all’ametista al fiore dell’iris, al numero quattro e all’argento vivo. Per questi motivi il colore venne adottato come simbologia dgli alchimisti di palazzo Riario alla trasmutazione del Marchese di Pietraforte nel 1680.

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(fiore) Fiore anticamente associato ai culti misterici di Eleusi, fortemente legato alla morte e con valenza negativa (nel prato da cui Ade rapì Persefone la dea stava cogliendo questi fiori), era anche stato il cibo della ninfa Io, trasformata da Zeus in vacca e che un mito greco vuole successivamente ritornata donna in Egitto, sotto il nome di Iside. Nell’Antica Roma veniva utilizzato per adornare le tombe dei morti nel giorno a loro dedicato, il Dies Violaris appunto, e ancora prima alla viola era associato il mito della morte del dio frigio Atti, fatto impazzire da Agdistis e resuscitato da Cibele. Nel Sogno di una notte di Mezza Estate, Shakespeare fa risalire la nascita della viola ad una freccia di Cupido caduta in un prato, e Oberon usa il fiore per gettare sui mortali e Titania un incantesimo che li fa innamorare della prima cosa che vedranno al risveglio.
Le leggende arturiane dicono che la violetta venisse utilizzata come tavola divinatoria dai cavalieri della tavola rotonda, che leggevano il proprio destino nel numero e nella forma delle venature sui petali.
Nell’iconografia pittorica rinascimentale, la viola mammola è simbolo di modestia e pudore: il suo nome è ripreso dal ceppo greco íon e conseguentemente dal latino viola, dallo stesso ceppo di viere, che significa “intrecciare”, e ha quindi il significato di “flessibile, sinuosa”.

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