Venere

Posted by admin on February 3rd, 2009 filed in V

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Secondo pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal sole, è identificato dall’astrologia occidentale con la dea romana dell’amore, con l’acquamarina e con il colore azzurro: il suo legame con la sfera femminile è tale che il suo simbolo astrologico è proprio quello utilizzato per indicare il gentil sesso (♀). L’astrologia cinese, al contrario, le associa il colore bianco, il colore dei morti, e la stagione autunnale, quando è maggiormente visibile come stella vespertina.

Aleister Crowley associa a Venere l’arcano maggiore dell’Imperatrice, la Grande Madre cinta di Zodiaco ed ammantata dei simboli della terra: amore, bellezza, felicità, piacere, successo, fecondità e grazia, eleganza e gentilezza, ma anche carnalità e dissipazione se rovesciata. Il pianeta Venere, sorgendo nei diversi segni, si associa anche a numerosi arcani minori: il quattro di bastoni, sotto il segno dell’Ariete e della Gentilezza (Chesed), raffigura il compimento; il due di coppe, sotto il segno del Cancro e della Saggezza (Chokhmah), amore per antonomasia; il sette di coppe, sotto il segno dello Scorpione e della Vittoria (Netzach), associato alla dissolutezza; il cinque di spade, sotto il segno dell’Acquario e della Severità (Geburah), specchio della disfatta; il nove di dischi, nella Vergine.

Il pianeta è uno degli oggetti più luminosi del nostro cielo, il primo a comparire dopo il tramonto e l’ultimo a spegnersi all’alba,ed è quindi stato oggetto di studi dai tempi più antichi benché spesso equivocato per stella o suddiviso in due corpi celesti distinti. La prima testimonianza è costituita dalla cosiddetta Tavoletta di Venere di Ammisaduqa, rinvenuta a Ninive e da alcuni ricondotta alla biblioteca di Astarte ad Erech: risale al VII secolo a.C. ma tiene traccia di osservazioni precedenti, fatte risalire almeno all’Età del Bronzo, riguardo al comportamento della Stella del Mattino e della Stella della Sera. Fu decifrata per la prima volta nel 1912 da Franz Xavier Kugler ed è conservata al British Museum.
I Babilonesi chiamavano la stella Ishtar (Inanna, ovvero Astarte) e avevano compreso che si trattasse del medesimo corpo al sorgere e al tramontare del Sole: gli Egiziani, al contrario, la chiamavano Tioumoutiri al mattino e Ouaiti alla sera, e tramandarono questa loro convinzione ai Greci che nominarono la stella Phosphorus e Hesperus, entrambi figli di Eos e fratelli dei venti. L’identificazione con la dea Afrodite è successiva a quella romana con la controparte Venere, e quindi di epoca tardo-ellenistica: è da ricondurre ad un’influenza fenicia e quindi nuovamente alla tradizione di associare il corpo celeste ad Astarte (la Venus Victrix, Venere Vittoriosa, era appunto una Grande Madre guerriera molto simile ad Astarte). In ultimo, la tradizione ebraica usa i termini Noga (scintillante), Helel (brillante), Ayeleth-ha-Shahar (cervo dell’alba) e Kohav-ha-’Erev (stella della sera): un altro dei suoi nomi è Lucifero, successivamente il demonio perciò detto anche “stella del mattino” (da John Milton, ad esempio). Venere è anche alla base del calendario Maya.

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