Veggente

Posted by admin on February 5th, 2009 filed in V

Si definisce veggente o chiaroveggente una persona con capacità extrasensoriali di diversa natura, che possono variare dalla visione del futuro a quella del passato, l’acquisizione al tocco di informazioni riguardo ad un oggetto, la visione attraverso il sogno, la lettura dei segni. La scuola di Cayce distingue la chiaroveggenza dalla divinazione, essendo la divinazione un messaggio da una sfera esistenziale più alta e la veggenza l’applicazione di una capacità insita nell’individuo.

Nella cultura greca, la veggenza è spesso associata con l’oltretomba, l’oscurità e i serpenti, a loro volta non infrequentemente simbolo vampirico: Cassandra, la figlia del re di Troia, secondo alcune versioni della leggenda riceve il dono della preveggenza dopo aver passato nel tempio di Apollo una notte durante la quale i suoi serpenti le avrebbero leccato le orecchie fino a renderla capace di sentire il futuro. Secondo la versione più diffusa, il dono e la maledizione che le impedisce di essere creduta sono entrambi conferiti da Apollo in persona, ma il dio stesso è legato alla morte, alla guarigione e ai serpenti. Tra gli altri oracoli, la Sibilla di Delfi e la Sibilla Cumana erano entrambe considerate guide verso il mondo dei morti, ruolo che l’ultima assume attivamente scortando Enea nel poema di Virgilio: secondo Ovidio, la stessa Sibilla avrebbe chiesto la longevità ma non l’eterna giovinezza, tema presente anche in relazione alla madre dei venti Eos, e il suo corpo si sarebbe quindi raggrinzito fino ad essere conservato in un vaso. Di analoga derivazione serpentina era la Pizia, sacerdotessa del tempio di Apollo sorto nel luogo in cui il dio appena nato uccise Pitone: carica sacerdotale elettiva, costituiva un caso unico nella religione patriarcale greca e le fonti indicano che tra le sue prerogative vi era quella di essere una donna colta e di carattere. Emetteva vaticini solo tra primavera ed autunno, dato che d’inverno Apollo cedeva il proprio tempio al fratellastro Dioniso, dio del vino e al centro di uno dei culti misterici storicamente più fortunati. Un altro personaggio greco profondamente legati ai classici temi del cambiamento di forma e della morte è Tiresia, che secondo alcuni avrebbe ricevuto da Atena il dono di comprendere il linguaggio degli uccelli (da cui la veggenza) e secondo altri sarebbe nato donna per essere poi trasformato in uomo da Era dopo aver ucciso due serpenti a lei sacri: secondo questa versione del mito, Tiresia si sarebbe attirato la cecità per aver rivelato, durante una disputa tra Zeus ed Era, che nel sesso è la donna a provare maggior piacere dell’uomo. Zeus avrebbe poi compensto la punizione con la veggenza e con il dono di una vita lunga sette.
Anche dal lato degli dei, sono significative le divinità legate ad un culto oracolare in epoca classica ed ellenistica: oltre al già citato Apollo, legato ai serpenti e alla medicina, ruolo di rilievo aveva l’oracolo della dea Nyx – la Notte – madre di Thanathos la morte, Hypnos il sonno e Stige il fiume infernale. Il suo tempio oracolare si trovava a Megara, e il suo culto insieme a quello dei figli fioriva a Sparta e ad Efeso, dove era associato a quello di Artemide. La stessa Artemide, venerata ad Efeso in una delle sette meraviglie del mondo, era assimilata alla persiana Cibele e perciò legata sia a Dioniso, di cui si diceva fosse stata guaritrice e iniziatrice, che ad un violento culto misterico del sangue.
La divinazione stessa è spesso legata alla morte e al sangue: gli stessi greci credevano che in punto di morte fosse possibile vedere il futuro e nel poema omerico Ulisse si reca proprio dai morti, che attira spargendo il sangue di un toro, per conoscere il proprio destino.

Al concetto della veggenza è spesso associato quello del libro oracolare, raccolta di vaticini – spesso in metrica – che se ben interpretati svelerebbero il futuro e le sorti dell’umanità: uno degli esempi più illustri nell’antichità erano i Libri Sibillini, che la leggenda vuole scritti dalla Sibilla Ellespontina, passati nelle mani della Sibilla Eritrea e poi consegnati dalla Sibilla Cumana all’ultimo re di Roma Tarquinio il Superbo. Vennero consultati durante le più grandi pestilenze e quando il fulmine abbatté le armate romane di Appio Claudio nel 295 a.C., furono d’istruzione per i sacrifici umani durante la minaccia di Annibale (quando due greci e due galli vennero sepolti vivi nella piazza del mercato) e durante la seconda guerra punica istruirono per l’introduzione a Roma del culto di Cibele. Vennero distrutti dal generale Stilicone perché grande fonte di potere per una classe sociale ormai in declino che il suo governo mirava a soppiantare definitivamente con una nuova aristocrazia. Da aluni studiosi questo atto, nel 405 d.C., è considerato il primo punto di declino della posizione degli immortali nel corpo sacerdotale e nella società civile.
Libri oracolari della tradizione cristiana sono i cosiddetti Oracoli Sibillini, dodici libri della prima epoca cristiana, e l’Apocalisse di San Giovanni, tutt’ora parte del canone biblico.
In epoca moderna, sedicenti profeti e autori di libri oracolari furono il francese Michele de Nostredame detto Nostradamus, che pubblicò il suo libro di profezie nel 1555 e l’inglese Robert Nixon profeta alla corte di Riccardo III.

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